Adios panamericana...

Publié le par G. & Anto


Chiedo venia agli "aficionados" se sono stato assente per cosi tanto tempo dalle pagine di questo blog. Ma ho un alibi piu che valido che giustifica quest'assenza.  Non vi preoccupate, niente che abbia a che vedere con la frattura delle falangi, ben'altro:  l'alibi si chiama Perú.

In effetti una volta superata l'oscura frontiera tra Ecuador e Perù siamo entrati in un vortice di eventi, incontri e luoghi che ci ha tenuti occupati per piu di un mese senza volerci lasciar partire. A malincuore, e senza aver visitato forse una delle sue parti piu belle (la selva), siamo dovuti uscire. Stava anche per scadere il visto e, insomma, il tempo stringe e dobbiamo essere a Santiago il 6 di gennaio altrimenti i poveri bambini cileni non potranno ricevere il carbone e i dolcini che Gaëlle si porta appresso da tutto il viaggio;)


In Perú non c'è stato tempo per riposarsi.  Pazienza, da morti ci avanzerá il tempo.  D'altronde come si puo stare seduti dentro un internet point quando fuori c'è uno dei piu bei cieli, mai visti, da ammirare con tutte quelle sfumature di blu celeste e azzuro. Per non parlare delle sue nuvole bianche dove immaginare figure distesi su un prato, molto spesso, sacro per gli antichi abitanti del luogo. L'arcobaleno piu grande e bello della mia esistenza l'ho visto a Cusco. Poco distante c'è un posto che si chiama Chincherro che in Quechua  significa "luogo dove nascono gli arcobaleni": potevo mai andare a perdere la vista di fronte ad un monitor?

Di notte, direte voi. Ci potevi andare di notte a scrivere il post. E no. Vi sbagliate, perchè di notte la magia del cielo peruviano ti rapisce con tutte le sue stelle sconosciute:  la luce di Sirio è un fascio potente nella notte australe, la costellazione del Carro e quella di Orione si presentano con una capovolta ambiguita, per dirla alla Guccini, che non ti permette di distrarti.

Troppe le cose da fare. Troppi i luoghi da vedere, le cose da mangiare, gli odori da annusare, le persone da incontrare. Il blog poteva aspettare!


Il Perú è un museo a cielo aperto e gran parte dei suoi tesori, quelli che si salvano dai furti e dalle distruzioni dei barbari, sono ancora tutti da scoprire. In Perù non c'è solo machu pichu e non ci sono solo gli Inka. Anzi se gli Inka sono arrivati a fare cio che hanno fatto è perchè si sono avvalsi delle conoscenze di civiltà grandissime che li hanno preceduti. Insomma dal nostro ingresso nella costa desertica del nord non abbiamo fatto altro che rimanere a bocca aperte di fronte a tutto quello che il Perù ci ha mostrato.

Piramidi e intere città di fango delle culture Chimu, Moche e Mochica. Fortezze arrocate in monti irraggiungibili dei Chachapoya.  Aquedotti tagliati nella pietra con perfezione moderna dei Cajamarca. Linee e figure disegnate nel suolo dai Nazca e Paracas. E poi si arriva a Cusco e alla sua valle sacra dove i forti uomini Inka hanno costriuto un impero in ciento anni e hanno dato esempio della loro bravura e grandezza costruendo tutta una serie di opere ingegneristiche civili, militari, agricole, irrigue una piu impressionante dell'altra.Potevo perdere tempo di fronte ad un Pc? Continuo a chidervelo.


In piú c'è da dire che a parte le opere costruite dall'uomo c'è una cosa in Perù che ti lascia due volte a bocca aperta: la natura. Opera della pachamama, la madre terra, che tutt'oggi viene omaggiata, giustamente, da offerte.  Lo spettacolo unico del Peru sta proprio nel suo mix tra deserto, sierra, selva e cordigliera. Un paese dove non basterebbe un anno intero per conoscerlo sufficientemente, non dico a fondo perchè ci vorrebbe una vita.


Il  Perú è anche quello che abbiamo conosciuto grazie ad Attilio. Il quale ci ha portati a vedere il lato meno turistico, che sempre bisognerebbe avere la fortuna di visitare. Il Perú dei bambini poveri e sporchi che grazie ad adozioni a distanza hanno un pasto caldo al giorno e possono essere seguiti mentre fanno i compiti. Il Perù delle periferie nate da invasioni notturne, dove l'acqua, la luce e le fogne sono promesse elettorali molto spesso non mantenute.  Problemi comuni dell'america latina. Campagne che si svuotano e città che ingrandiscono a vista d'occhio lungo le direttrici della panamericana che attraversa il paese da nord a sud. 


Lasciare la panamericana e iddentrarsi nel paese significa poter percorrere 200 km in 13 ore su strade bianche dove a stento le ruote del bus rispettano i margini della strada. Significa dover scendere dal bus per aiutare l'autista a spostare i massi caduti che impedscono di proseguire. Significa finire in posti fuori dal mondo, persi in montagne altissime dai bianchi ghiacciai dove poche persone vivono in case di pietra a paglia aspettando che passi la stagione delle pioggie  per transumare in vallate ancora piu alte al seguito del bestiame. Significa vedere bimbi di 7 anni che per arrivare a scuola si fanno un ora di marcia nelle montagne scendendo un notevole dislivello che si devono fare al rientro. Significa trovare gente che vive secondo metodi e tradizioni antichissime che parla lingue sconosciute ed è capace di curare i mali con l'aiuto di allucinogeni. 

Ad ogni modo è difficile rinchiudere il paese in poche righe. È un lavoro di sintesi che non voglio fare e che non merita. Ci vorrebbe un libro. Ogni citta visitata un capitolo. Ogni persona un aneddoto. Ogni bambino un sorriso e attenzione a non dimenticarsi le caramelle pèrchè intanto ve le chiedono. 
Insomma, vi volevo solo trasmettere un po della buena onda che rilascia il paese. Invitandovi a visitarlo. Sicuro che non ve ne pentirete.


Per la cronaca, vi lascio dicendovi che abbiamo dovuto salutare temporaneamente la Panamericana. Infatti non passa per la Bolivia e non volevamo perderci quest'altro paese che, a detta di tutti, merita tanto quanto il Perù. Pertanto, dopo aver soggiornato sulle isole del lago titicata, dalla parte peruviana e boliviana, siamo arrivati a La Paz. Non so a chi sia venuta la brillante idea di chiamare questo posto "La pace" visto che è un casino. Siamo arivati solo da un giorno ma tanto basta per rendersi conto del bordello che ci circonda.
Domani andiamo a percorrere in bicicletta quella che chiamamo la strada piu pericolosa del mondo. Se ne usciamo vivi ci potremmo sentire di nuovo. Nel caso contrario sarò contento di aver visitato il Perù prima di morire... e magari è la volta buona per riposare, chi lo sa?

 

 

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G
ciao anto, adesso panamericana è tra i siti amici di www.girodelmondofresi.com lo zio di davide e il cugino sono in giro per il mondo in barca avela, e nel loro sito ora c'è anche la vostra avvetura....che bello!!!baci baci
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